Ieri sera l’India ha lanciato un attacco missilistico contro il Pakistan. Almeno otto morti, trentacinque feriti. Sono numeri destinati a salire. Sarebbero stati colpiti nove obiettivi in Pakistan e nel Kashmir. Obiettivi che Nuova Delhi definisce «noti accampamenti terroristici». Per il primo ministro pakistano si tratta di un «atto di guerra» e il Pakistan si prepara a una risposta «misurata ma potente». L’India chiude scuole, aeroporti, attiva sistemi antiaerei.

Papa Francesco ha parlato di una “terza guerra mondiale combattuta a pezzi”. E quei pezzi si moltiplicano da tempo sotto i nostri occhi: Ucraina, Gaza, Israele, Siria, Yemen e spazi importanti del continente africano.

Oggi abbiamo dei doveri per fermare o, almeno, arginare una deriva pericolosa.

Prima di tutto dobbiamo Informarci per evitare la manipolazione. Dobbiamo educare ed educarci al dialogo e alla pace. In famiglia, a scuola, nei luoghi di lavoro. Quanti attaccano pacifisti e pacifismi li metterei insieme al resto degli indifferenti per vedere e conoscere insieme gli effetti di una guerra. Nella storia e nel presente. La guerra è una follia. E la guerra giusta è un ossimoro. La guerra è distruzione, morte, annientamento dell’altro. La giustizia è equità, riparazione, riconoscimento dell’altro.

Dobbiamo imparare a vigilare sulla politica e sulle scelte che prende. Non possiamo controllare tutto, ma possiamo chiedere conto a chi lo fa in nostro nome.

E, poi, sforziamoci nel non cedere al cinismo. Le guerre si nutrono anche dei nostri piccoli atti di resa. Penso a una semplice frase che spesso viene detta in queste circostanze: “Ma che te ne frega, tanto non cambia e non cambi nulla”.

Immagine realizzata con DALL-E

By Giovanni Villino

Giornalista professionista e siciliano creativo. Redattore del Giornale di Sicilia on line. Già supervisore editoriale e vicecoordinatore di redazione di Tgs, Telegiornale di Sicilia. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism.

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