La Sicilia è la regione d’Italia che ha visto più giornalisti cadere per la verità, diventare simboli di libertà e resistenza. Eppure quest’Isola resta un deserto di opportunità per chi oggi sceglie la strada del giornalismo. Pochi editori veri (un bene prezioso che lo Stato dovrebbe tutelare), poche testate solide e un mercato terribilmente frammentato.

Eppure qui c’è un potenziale narrativo immenso: cinque milioni di abitanti, storie che ribollono tra cronaca, cultura, politica, impresa e vita quotidiana. Una terra che non smette di generare fatti da raccontare. Ma pochi lettori, poca fiducia nei giornali e, ancor di più, poca disponibilità a pagare per un’informazione di qualità.

Un pubblico potenziale enorme che, però, non si traduce in comunità di lettori. È il paradosso dei paradossi: tanta sete di verità, ma poca abitudine a nutrirsi di giornalismo. E nonostante tutto, non manca la voglia di fare. C’è una generazione che continua a provarci, a inventarsi nuove forme e a scrivere controvento. Perché, alla fine, il giornalismo in Sicilia è sempre stato questo: un atto di coraggio e di resistenza. Purtroppo la buona volontà non basta. Non ci si può improvvisare editori.

Il governo dovrebbe sostenere ancora con più forza e senza remore questo settore perché significa sostenere le colonne del nostro sistema democratico. Non è assistenzialismo, ma un investimento: senza giornali vivi, una società resta più fragile e manipolabile.

By Giovanni Villino

Giornalista professionista e siciliano creativo. Redattore del Giornale di Sicilia on line. Già supervisore editoriale e vicecoordinatore di redazione di Tgs, Telegiornale di Sicilia. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism.

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