Israele e Iran. Quante parole oggi si rincorrono, si riflettono, si rispondono? Ogni minaccia è specchiata, moltiplicata, restituita. E ho letto pure frasi: ben ci sta!
Ma davvero?
Come si può fare il tifo per qualcuno in una guerra?
Perdiamo tutti. Perde l’umanità intera. Siamo riusciti a polarizzare le posizioni in un conflitto come in una partita a calcio. Con la differenza che buona parte dei post è oggi fatta da chi a stento conosce la storia e le sue radici.
Ma in fondo i social ci hanno abituato che tutti possono parlare di tutto. Ed è anche meglio se fanno il tifo e alimentano lo scontro. Tira di più.
I social ci hanno fatto diventare lettori distratti degli eventi: una bomba di qua, una rappresaglia di là. La sempre più flebile voce della verità intanto scompare coperta dalla retorica di chi, a nostra insaputa, ci ha reso schiavi di una narrazione a orologeria.
Ci commuoviamo quando ci dicono di farlo. Ci indigniamo quando è conveniente. Viviamo nel conforto dell’informazione selettiva e magari con hashtag pronto all’uso.
Quante guerre ci sono, oggi, nel mondo?
Non una. Non due. Oggi sono oltre 110 i conflitti armati in corso, tra guerre dimenticate, lotte etniche e violenze insensate.
In #Sudan, nello #Yemen, nella Repubblica Democratica del #Congo, in #Myanmar.
Sono tanti i teatri di guerra dove l’attenzione internazionale non arriva e lì governa il caos, muoiono migliaia di bambini.
Abbiamo anche già dimenticato il corpicino di Alan Kurdi. Il piccolo siriano di tre anni rivenuto sulla spiaggia… ecco, le migrazioni. Non fanno più notizia. Ah, dimenticavo: meglio aspettare la prossima strage per indignarci con un post.
Per ora preferiamo restare inchiodati a un mainstream comodo che seleziona per noi quale orrore debba far notizia con indignazioni preconfezionate incluse mentre altrove si muore comunque è sempre.
Non esiste una guerra giusta. Esiste solo l’orrore che si ripete.
E noi, se non impariamo a guardare oltre lo specchio della propaganda, resteremo schiavi della superficie.
Oggi non si dovrebbe “tifare” per qualcuno o contro qualcuno. Non si dovrebbe mai godere della morte. Oggi c’è da coltivare solo la cultura della Pace, della non violenza. Cambiamo registro. Prima che sia tardi.