Presto per comprendere che siamo all’alba in Italia di un tracollo economico con pochi precedenti.
Presto per cogliere la gravità di una situazione a livello internazionale che va al di là dello spauracchio di una guerra mondiale.
Presto per pensare a come argirnare lo tsunami di disordini sociali cui andremo incontro.
È così tanto presto che è già tardi.
Tardi per prevedere.
Tardi per prevenire.
Ma non ancora tardi per provvedere.
Vedremo nei prossimi giorni tanti condividere gli importi delle bollette della luce e del gas. Al momento poche voci, spesso inascoltate.
Aumentando il costo dell’energia la sostenibilità economica di molte imprese, aziende, attività di ristorazione sarà messa ko.
Già massacrate dal Covid, tantissime realtà imprenditoriali e commerciali dovranno fare tagli se non, estrema ratio, chiudere direttamente bottega.
Aumenteranno i prezzi dei servizi offerti.
Se crolla la classe media, crolla un intero sistema.
E nessuno si salva, manco i ricchi. I loro beni e servizi varranno ancora meno. Perché sempre meno persone potranno accedervi.
Pensiamo poi alla delinquenza, inevitabile deriva.
Il caro bollette non è che l’inizio di una spirale pericolosa che va evitata.
Ma siamo, intanto, con gli occhi puntati a Montecitorio con una partita per il Colle e la sua stanca liturgia il cui obiettivo appare quello di animare tristemente i titoli dei giornali e dar prova di forza. Un rito lontano anni luce dalla sacralità di un tempo.
Oggi solo un inutile esercizio di stile (?!?) che non giova più a nessuno.
Presto, che è tardi!