La storia non può essere archiviata. C’è a chi appare una beffa che dopo 45 anni dall’uccisione di Piersanti Mattarella vengano fuori nomi e circostanze.
Da quel 6 gennaio del 1980 tanto si è detto e su tanto si è, probabilmente, taciuto. Mancanza di prove, opportunità, imperizie, strategie?
Come giornalista e come siciliano ho una certezza: rinnovare la memoria dei fatti di sangue è un dovere morale di ogni cittadino.
Alcune pagine di storia, in questa nostra terra, sono state scritte con un inchiostro di colore rosso. Lo stesso colore utilizzato anche da alcuni giornalisti che per rispondere a un dovere civico e professionale e per garantire un diritto ai cittadini hanno perso la propria vita. Un vuoto, un’assenza testimoniata da pagine di storia che sono rimaste bianche. Anni, o meglio, decenni dopo spesso quelle stesse pagine sono state riempite. Molte volte con parole vuote che, inevitabilmente, col tempo si sono cancellate. Altre volte c’è chi ha voluto riprendere lo stesso inchiostro rosso di quegli anni per tentare di riscrivere la storia. Ma non sempre tutto è andato a buon fine perché un fine buono spesso nella storia di questa nostra repubblica è venuto a mancare.
Vengano fuori i colpevoli
Gentile Giovanni Villino,sono un suo fan dai tempi di Ditelo a Rgs e del camper con cui vi muovevate in giro per la nostra Palermo.Apprezzo tanto il suo stile giornalistico e la seguo con grande piacere alla conduzione del tg. Ma le voglio sottoporre qui una riflessione su quanto è stato detto da molti suoi colleghi a proposito del delitto Mattarella di cui anche lei scrive.Lei sottolinea l’importanza di mantenere viva la memoria storica.A distanza di 45 annidall’uccisione di PiersantiMattarella è una sopresa per tutti che emergano nuovi nomi e circostanze.Quali sono le ragioni di questi ritardi??????Lei giustamente si chiede se per mancanza di prove, opportunità, imperizie o strategie deliberate… La invito a leggere un commento di Attilio Bolzoni “Il delitto di Piersanti Mattarella e quelle ‘svolte’ che non esistono” . Il suo collega critica quanti semplificano la responsabilità di certi crimini dando la colpa e la responsabilità esclusivamente alla mafia,in particolare ai Corleonesi di Totò Riina. Bolzoni sostiene che questa cosa allontana dalla verità,ignorando possibili complicità politiche e istituzionali.Lei secondo me coglierà il mio invito a riflewttere.Rinnovare la memoria dei fatti di sangue come suggerisce il suo breve articolo è un dovere morale che richiede un impegno costante nel cercare la verità,anche quando questa può risultare scomoda o difficile da accettare.
Grazie per la pazienza se mi leggerà.Franco Di Natale