Avevo undici anni e tra le mani mi ritrovai un pacco grande quanto la felicità cui poteva aspirare qualsiasi ragazzino della mia età. Mio padre, in una nuvolosa giornata di aprile (ho ancora nitido nella memoria il ricordo), era tornato da lavoro con uno scatolone. Ben chiare e visibili le parole: Nintendo action set. Era Pasqua. In ogni senso.
Da quel giorno qualcosa è cambiato. Il gioco non era più solo tra i cortili, ma anche attraverso il familiare tubo catodico. E super Mario era diventato il nuovo compagno d’avventure per me e mio fratello.
Correvano gli anni ’80 e l’Italia fu testimone di una rivoluzione nell’intrattenimento grazie all’arrivo delle prime console di videogiochi, con la Nintendo Entertainment System (NES) in prima fila. Era l’inizio di una nuova era di divertimento digitale.
Il fascino dei videogiochi arcade aveva varcato lo soglie della porta di casa.
La NES aveva sfatato il mito che i videogiochi fossero solo per un pubblico giovane. Le sfide a Duck Hunt con la pistola arancione collegata avevano messo davanti alla tv il resto della mia famiglia.
La storia delle console di videogiochi è un viaggio affascinante attraverso le epoche digitali, e la NES è stata la pietra miliare che ha guidato l’Italia in questo cammino.
Oggi in edicola ho trovato un volume che mi ha riportato indietro nel tempo. Fa parte di una serie: Videogiochi leggendari. E il primo numero è dedicato a Super Mario, il grande Mario Bros. Che dire? Se avete voglia di tornare a sorridere a 16bit… leggetelo.