In una gara di corsa è il premio al vincitore che incoraggia ognuno a correre più veloce. Un paradigma semplice e immediato.

Qual è il paradigma degli influencer?

Un concetto che si accompagna a influencer, spesso ma non sempre, è quello della “reputazione”. A questo ne segue un altro di concetto: la competenza.

Sei un influencer se sei popolare, se sei seguito sui social e sui media e se sei in grado di influire sui comportamenti e sulle scelte di un determinato pubblico. Il pubblico, o meglio, il numero di follower di un influencer (macro o nano che sia) dipende – molte volte – dalla competenza e dalla buona reputazione.

Chiara Ferragni ha creduto e scommesso nel campo della moda. Ha costruito un brand personale con una forza e un impatto considerevole a livello internazionale. Ha saputo cogliere un flusso, a solcare un’onda. A 22 anni, nel 2009, ha aperto un blog (The Blonde Salad). In poco tempo, quella piattaforma è diventata un caso di studio. Non passano tanti anni dalla fondazione del blog e Chiara Ferragni viene definita la fashion influencer più potente al mondo.

Ma da persona influente a personaggio celebre il salto è breve. Seducenti e sinuosi sono il successo e la popolarità che operano su diversi piani.

Volendo ripescare nel concetto pirandelliano di scissione dell’Io, un individuo che si vede costretto a vivere nella “forma”, inevitabilmente diviene personaggio ridotto a “maschera”, e si ritrova a recitare un ruolo che gli viene imposto anche dallo stesso contesto in cui opera e vive, dai suoi ideali, dalle convenzioni sociali. Insomma, sembra svanire quel concetto di persona intesa come unità intellettuale, morale e psicologica, lasciando, quindi, spazio ad altro, al personaggio per l’appunto.

Per questo Chiara Ferragni è un paradigma interessante e, per certi versi, salvifico. E, ancora una volta, caso di studio.

Il personaggio, nel lungo periodo, rischia di non generare più attenzione, né fiducia. Nella corsa a raccontarsi, in quell’essere egoriferiti, c’è poco che parla di futuro. Lo ha spiegato bene il guru del marketing contemporaneo Seth Godin.

Nell’ultima intervista che ha rilasciato tempo fa fa al Sole 24 Ore ha dichiarato senza troppi giri di parole che “bisogna scendere dalla giostra dei social che va sempre più veloce e non porta da nessuna parte”.

Episodi trappole, come quelli in cui è caduta Chiara Ferragni, sono destinati a diventare sempre più frequenti. Trappole che sono rumorose come la eco che producono sui media.

Sono certo che Chiara Ferragni saprà rialzarsi perché dalla sua ha l’aver creato in passato un contenuto in un settore di riferimento. Tutto il resto è solo il trucco di una pesante maschera che forse è giunto il tempo di togliere, di appendere al chiodo. Magari proprio di fronte alla propria postazione di lavoro come “memento”.

By Giovanni Villino

Giornalista professionista e siciliano creativo. Supervisore editoriale e vicecoordinatore di redazione di Tgs, Telegiornale di Sicilia. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism.

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