La recente serie, non inedita, di aggressioni ai vigili del fuoco e alle forze dell’ordine durante gli interventi per arginare le vampe di San Giuseppe a Palermo deve sollevare interrogativi importanti a tutti i livelli. Dal semplice cittadino al politico. E non mi riferisco alle degenerazioni o devianze su ciò che riguarda la nostra cultura popolare.
Quanto accaduto è il riflesso di un malessere profondo e pericoloso che è sotteso a una società schiacciata tra l’incudine di una crisi economica ancora poco percepita a livelli più alti e il martello di un’assenza: quella di uno Stato che sembra lasciare ai margini zone già geograficamente e socialmente marginali.
Questi incidenti evidenziano un problema serio che dalle famiglie si trasferisce al contesto urbano. Una inclinazione distruttiva che si traduce in una risposta ai problemi.
Una miscela esplosiva. Il fatto che i ragazzini percorrano con una facilità disarmante la via della violenza traccia un solco che non va ignorato. Derubricarla a bravata significa aumentare ancora di più la portata del rogo.
La vampa con il suo fuoco ha un simbolismo particolare: il fuoco è purificazione, ed è luce che irrompe nelle tenebre di un inverno che si allontana. Ma il fuoco è anche distruzione, devastazione. Morte.
Occorre sapere leggere e interpretare i segni dei tempi. E i tempi sono densi di incognite e zone d’ombra. Accentuate da quei fuochi in cui a bruciare è proprio la civiltà.
Immagine generata con AI con tecnologia DALL-E3