Faccio parte di una generazione che è cresciuta con stereotipi molto marcati. Soltanto negli ultimi vent’anni si sta lavorando perché le nuove generazioni acquisiscano maggiori consapevolezze sul rispetto reciproco e delle diversità, sulla cultura della non violenza e della tutela dei più deboli.

E vado, quindi, al punto. Guardavo divertito la partecipazione di una ragazza palermitana a un quiz televisivo. Lei molto loquace. A tratti un fiume in piena. Probabilmente un escamotage per garantirsi una maggiore permanenza, in termini di tempo, sul piccolo schermo. In fondo la ragazza tiene bene la scena, così come conduttori il gioco. Dalla noia alla perdita di pazienza, i due, per qualche minuto, portano avanti un simpatico siparietto.

A un certo punto i toni cambiano. È il momento in cui uno dei conduttori si avvicina alla ragazza per lanciare la pubblicità. Lei non si ferma e continua a parlare, irrompe intervenendo simpaticamente. Il conduttore, spazientito, urla “bastaaa” e porta le mani al collo della concorrente. Un gesto che a me ha richiamato quello dello strangolamento.

È chiara l’ironia, è chiaro il contesto. Come è anche evidente l’ilarità che genera questo crescendo in studio con il pubblico che sorride e applaude. Ma c’è qualcosa che in me non torna. Osservo più di una volta il filmato ma il risultato è sempre lo stesso: non sorrido al gesto.

Mi pongo un problema sul piano dell’opportunità. Era necessario? Inevitabile? E qui in discussione non c’è né l’ironia, né il contesto goliardico. È nota la conduzione che si prende gioco simpaticamente dei concorrenti.

Ma quel gesto, inserito nel flusso attuale di episodi di violenza sulle donne, mi fa riflettere. E pure tanto.

I tempi che viviamo hanno innalzato l’asticella dell’attenzione su rischi e pericoli. Su responsabilità e prevenzione. Prima prendersi gioco dell’orientamento sessuale di una persona, della sua corporatura, dei suoi difetti somatici era quasi normale. Oggi sappiamo quanta sofferenza può generare una battuta. Da un lato, è vero, sono cresciute le sensibilità, dall’altro – per fortuna – le consapevolezze.

Ecco perché da un’emittente televisiva nazionale, vista da milioni di persone, mi aspetto oggi qualcosa di diverso. Anche perché non manca al conduttore la sagacia e l’intelligenza nel saper trovare un modo alternativo e pure più simpatico di fermare quello che alcuni potrebbero definire uno sproloquio.

Qui di seguito il link all’articolo che contiene l’estratto del video cui faccio riferimento

https://www.palermotoday.it/tv/marika-faraci-palermitana-avanti-un-altro-bonolis-canale-5.html

Immagine generata con AI con tecnologia DALL•E 3

By Giovanni Villino

Giornalista professionista e siciliano creativo. Supervisore editoriale e vicecoordinatore di redazione di Tgs, Telegiornale di Sicilia. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism.

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