C’è una forza che guida il cammino degli esseri viventi ma che non può essere spiegata, né compresa. Al massimo oggi la si può solo intuire. Al netto della capacità di autodeterminazione e del libero arbitrio di ogni essere umano, di una cosa sono certo: questa forza opera con una precisione assoluta.

Donne e uomini, consapevoli o meno, sono legati tra loro a un unico destino: la vita. Un’esistenza in cui c’è chi si ostina a inseguire questa forza misteriosa, chi la sfiora senza accorgersene e chi la teme. Ma c’è anche chi la rifiuta finendo per esserne poi travolto. Come una fonte di energia continua e neutra, anche a dispetto del suo nome, questa forza non impone nulla ma ci sussurra qualcosa. Ci guida senza costringerci. C’è chi avverte un’inevitabile attrazione verso la luce e chi verso le tenebre. Ed è così che chi è pronto a ricevere, riceve. E chi è in cerca, trova.

Questa forza si manifesta attraverso eventi, incontri, parole, silenzi, volti e assenze. Come se l’universo avesse già un disegno preciso, si palesa davanti a noi per far sì che ognuno trovi ciò di cui manca.

C’è chi annaspa tra le pieghe delle difficoltà, chi affoga nella vanità delle proprie smanie. C’è chi, senza saperlo, diventa faro per gli altri e chi si ritira solitario vagando per campi deserti della notte dello spirito. Eppure tutti finiamo con l’incontrarci. Grazie a quelle coincidenze, che coincidenze non sono, capita che anime con le stesse inclinazioni, desideri e modo di vedere la vita finiscano per incrociarsi. E’ una questione di vibrazioni, di energie che si riconoscono prima ancora che le parole vengano pronunciate, che i volti interiori vengano mostrati.

Capiamo il tutto nel nulla dell’attimo che passa. Di quel presente di cui tanto parliamo ma che non possediamo. Ciò che diciamo essere “ora” è in realtà già passato nel momento stesso in cui lo definiamo “ora”. Ma è il tempo che passa o noi che avanziamo? In realtà c’è una calamita invisibile che ci avvicina. Chi cerca la bellezza finirà per incontrare chi la crea e in quell’incontro, come davanti ad uno specchio, vedrà la bellezza in sé. E viceversa.

Tutto tende a creare equilibrio in un transito terrestre che per definizione è immerso nell’entropia. Ma spesso non è facile comprenderlo perché non c’è chi lo può spiegare. Essendo l’equilibrio stesso al di qua delle parole.

Ecco che in soccorso viene per noi l’eco di qualcosa che ci precede, la musica. Una vibrazione primordiale, forse il respiro stesso della creazione. Ognuno di noi è una nota e come nota porta con sé un frammento di un’armonia più grande che esiste da sempre, ancor prima dell’ascolto dell’essere umano. Un dono divino è il sapere riconoscere e collocare l’armonia tra il finito e l’eterno, tra la materia e lo spirito.

Portiamo dentro di noi frammenti di stelle e ogni desiderio è un anelito verso quelle particelle cosmiche che risuonano ancora dentro di noi. Ma sono le stesse che cercano di tornare alla loro origine. Il nostro cuore batte con il ritmo dell’universo, i nostri pensieri spesso sono confusi perché non riconosciamo in noi la polvere di galassie lontane. La confusione, in fondo, altro non è che il ricordo sbiadito di un’immensità a cui cerchiamo di tornare.

Qualche giorno fa, durante una passeggiata con mia figlia per le vie del centro, ho avuto la netta sensazione che l’uomo stia per varcare nuove frontiere quantistiche dagli effetti dirompenti. Probabilmente non siamo ancora pronti a percorrere territori dove il tempo si piega e la realtà si moltiplica. Non siamo pronti a diventare creatori di ciò che guardiamo, specialmente se in quel momento l’essere si fonderà con il pensiero.

Di certo sarà una rivoluzione dello spirito e della materia: un nuovo svelamento del cosmo e di noi stessi. E lì non saremo soli. Ci ritroveremo con quelle anime che abbiamo incontrato “per caso” e che quella forza misteriose ci ha tenuto vicine.

Molti saranno chiamati, ma pochi gli eletti. Perché non tutti sapranno reggere il peso del suono primordiale e attraversare la soglia per diventare parte dell’armonia più grande.

By Giovanni Villino

Giornalista professionista e siciliano creativo. Redattore del Giornale di Sicilia on line. Già supervisore editoriale e vicecoordinatore di redazione di Tgs, Telegiornale di Sicilia. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism.

4 thoughts on “Siamo pronti al balzo quantico e per fortuna non saremo soli”
  1. bellissimo spunto di riflessione! Speriamo di essere all’altezza di questa nuova era

  2. Ribadisco anche qui quello che ci siamo detti di presenza: c’è sempre il rischio di correre troppo senza comprendere appieno le implicazioni. Il vero balzo quantico sarà quello della nostra consapevolezza. Forza Giovanni

  3. L’idea del ‘balzo quantico’ non è solo una metafora affascinante, ma una realtà che inizia a prendere forma. La connessione tra progresso tecnologico e crescita collettiva è fondamentale: se affrontata con consapevolezza, ci porterà lontano. Ottima riflessione! Ps. Non ci siamo più incontrati in edicola… alla prossima chiacchierata!

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