È difficile tracciare un quadro delle alleanze politiche che si prospettano per le amministrative 2022 a Palermo.

L’esperienza Leoluca Orlando ha grandi meriti. Perché Palermo è anche la sporcizia, le bare in attesa di sepoltura, le strade rattoppate, l’assenza di manutenzione diffusa, una gestione dall’apparato burocratico piena di falle. Ma Palermo in era Orlando è stata e continua ad essere anche una visione di Città europea che ha preso forma. Lentamente, forse troppo lentamente. Ma questo accade per ogni rivoluzione culturale.

La quinta città di Italia non è facile da governare. Chi erediterà la guida di Palermo dovrà fare tanti conti. Far quadrare bilanci, ristabilire priorità di gestione. Saper discernere ciò su cui va mantenuta la linea Orlando e ciò che dovrà segnare una rottura.

Oggi comunque ci troviamo davanti ad una città diversa. Un volto nuovo. La sindacatura di Orlando ha fatto i conti spesso con ritardi e inadempienze non direttamente riconducibili alla stessa amministrazione comunale. Ha pagato il prezzo di cantieri lumaca. Ma ha anche portato avanti la visione di una città nuova. Di un centro storico pedonale che torna a respirare. Un’aria diversa, europea. Basta percorrere a piedi oggi via Maqueda, via Vittorio Emanuele, immaginare e sperare cosa sarà di via Emerico Amari e guardare tutto il fronte via mare.

Ma non basta, né deve bastare. Perché c’è tanto altro. Ci sono le periferie, ci sono i servizi di trasporto, ci sono gli uffici comunali, ci sono le scuole… c’è tanto su cui occorre lavorare.

L’esperienza Orlando, ribadisco, non può e non deve essere archiviata come fallimentare. Di certo oggi c’è il fetore che si respira per le strade, la drammatica visione di bare in attesa di sepoltura ed un malcontento diffuso non possono essere ignorati, né taciuti. E purtroppo tutto questo prende il sopravvento su tutto il resto.

In questi giorni cominciano a comparire tanti nomi per la corsa a Palazzo delle Aquile. Francesco Scoma, Francesco Cascio, Fabio Giambrone, Roberto Lagalla. Alcuni espressione di partito, altri possibile sintesi di anime che si muovono quasi per osmosi tra il centrodestra e il centrosinistra. Ormai i margini sono inquieti.

Al di là della politica immagino anche altri nomi. Potrebbero irrompere sulla scena determinando anche un orientamento diverso della campagna elettorale. Inizio da oggi una mia lista di candidati “civici”:

– Pasqualino Monti, presidente dell’autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale.

– Maurizio Carta, professore ordinario di urbanistica del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo.

– Patrizia Di Dio, imprenditrice nel settore moda, VicePresidente naz. Confcommercio, Presidente ConfCommercio Palermo.

By Giovanni Villino

Giornalista professionista e siciliano creativo. Supervisore editoriale e vicecoordinatore di redazione di Tgs, Telegiornale di Sicilia. Appassionato di social media e sostenitore del citizen journalism.

3 thoughts on “Il nuovo sindaco di Palermo? I nomi dei candidati… secondo me.”
  1. perchè parli di immondizia e di bare??? la cultura nostra dove la metti,tra bandi di tremmila euro comprensivo ti tutto,e contributi sempre agli stessi?????

  2. Orlando ha finito la sua grande forza propulsiva, logorato principalmente dalla riottosa macchina comunale e dalle munipalizzate e qualcuno, all’interno, ha remato contro di lui e, piu’ grave, contro la citta’
    Spero che il suo successore non cancelli, le cose buone che ha fatto, si usa purtroppo. I candidati che indichi, non saranno mai alla sua altezza.

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